Parità di genere e divario occupazionale
Lo scorso 8 marzo ci ha visti nuovamente impegnati sulla delicata questione della Parità di Genere. Un’urgenza che certamente non deve emergere solo in occasione di una data imposta dal calendario ma deve far parte della consapevolezza di ognuno di noi, tutti i giorni dell’anno.
Marzo ci fornisce dunque un’occasione importante per riflettere sulla strada fin qui percorsa e su quella ancora da fare per ridurre il divario occupazionale tra uomini e donne e per rimuovere ogni impedimento alla loro piena realizzazione. L’Italia è al 17° posto su 20 Paesi dell’Europa occidentale per capacità di colmare le differenze di genere.
Il divario occupazionale di genere nel settore dei trasporti
Le donne hanno sempre faticato per consquistare il loro posto nel mondo del lavoro. Nel corso dei secoli sono state relegate a quegli ambiti in cui gli uomini le ritenevano adatte. In ogni settore produttivo, in ogni periodo storico, ci si è ostinatamente privati di risorse e professionalità assolutamente preziose a causa di vincoli sociali e culturali.
Non fa eccezione l’ambito dei trasporti e della logistica, da sempre appannaggio degli uomini, dove tutt’oggi le donne trovano con fatica una loro collocazione. La loro presenza nel settore è ancora piuttosto rara, seppure negli ultimi anni si avvertano i segni di un lento cambiamento di rotta. Complici i grandi mutamenti dei mercati, le donne si rivelano sempre più essenziali per la sopravvivenza di svariati settori produttivi, tra cui quello dei trasporti in grande difficoltà. Dall’impasse economica alla cronica mancanza di autisti, non mancano le ragioni per invocare l’aiuto di forza lavoro femminile. (ne abbiamo parlato qui.)
Oggi l’occupazione femminile nelle aziende di trasporti si attesta intorno al 22% in Europa, mentre negli USA si avvicina al 29%. È inequivocabilmente un trend in crescita, anche grazie a realtà aziendali che investono per costruire una nuova immagine del nostro comparto professionale, promuovendo i valori dell’inclusività e dell’uguaglianza di genere.
Una lenta evoluzione culturale e sociale
Il freno all’evoluzione ha in genere una matrice essenzialmente culturale. Associando determinati ruoli professionali, attività e persino materie scolastiche ad un genere piuttosto che a un altro si produce un pericoloso sistema di aspettative su ciò a cui uomini e donne possono legittimamente aspirare. Anche a scuola le materie tecniche sono da sempre associate ai maschi, laddove si è soliti accostare le materie umanistiche alle femmine.
Verosimilmente, le donne sono poco presenti nella logistica e nei trasporti poiché sono sempre state scoraggiate dall’intraprendere un simile percorso di studi o dal candidarsi in un comparto che, nell’immaginario comune, è percepito per soli uomini.
Eliminare pregiudizi e stereotipi è un compito molto arduo ma, grazie al lavoro di alcune aziende lungimiranti, il divario occupazionale di genere sembra assottigliarsi. Sono aziende che vedono nelle donne una risorsa importante a cui non vogliono rinunciare! L’incremento delle donne alla guida dei mezzi pesanti, certamente conseguenza della carenza di autisti, è soprattutto un segno dei tempi. Un’evoluzione frutto del lavoro di queste aziende moderne.
Come agevolare il processo culturale in corso
Comunicare di più e meglio, da parte delle istituzioni delle aziende, è fondamentale per abbattere i luoghi comuni e agevolare l’ingresso delle donne in ambiti che fino a poco tempo fa erano ritenuti inadatti.
Sapevate che le autiste donne provocano il 20% degli incidenti in meno rispetto ai colleghi uomini? E che la loro soglia di attenzione dura più a lungo?
Ed eravate al corrente che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fornisce degli incentivi alle aziende che assumono donne nel settore dei trasporti?
Aiuti e incentivi che hanno bisogno di basi solide, come sostiene Elena Bonetti, a capo del Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia. La Ministra auspica di poter accedere ai fondi previsti dal programma Next Generation EU. Circa 191 miliardi di euro che potrebbero essere usati in parte per favorire l’occupazione femminile e riequilibrare le disparità di genere.
Se l’evoluzione culturale necessita di rinnovati percorsi scolastici e formativi, la comunicazione continua ad essere lo strumento privilegiato per accompagnare, anzi aprire, nuovi percorsi sociali. La comunicazione di massa ci viene in aiuto laddove introduca nuovi canali e linguaggi comunicativi. In Francia è stata proposta una docu-serie intitolata “Le regine della strada”, che parla di 7 donne autotrasportatrici e racconta le sfide quotidiane che devono affrontare. Un prodotto televisivo che cerca di rompere ogni tipo di pregiudizio e stereotipo sull’argomento.
Sono molti gli strumenti a nostra disposizione per rimuovere quei limiti che la società ha imposto a se stessa ma c’è anzitutto bisogno di una presa di coscienza da parte di tutte le parti sociali.
Solo così si potrà vedere nella donna la preziosa e insostituibile risorsa quale è in ogni ambito della società.